venerdì 23 ottobre 2015

Come le ciliegie... 

  
UN LIBRO TIRA L'ALTRO




 
Dal 26 al 30 ottobre nelle mie quarte leggeremo come matti!!!

La nostra attività sarà articolata in tre fasi:


1. UN ASCOLTO PARTECIPE

2. DA ASCOLTATORE A LETTORE 

3. DA LETTORE AD ATTORE


La prima fase prenderà il via dalla lettura di alcuni albi illustrati di grande impatto, per dimostrare  che un buon libro non è mai “troppo da piccoli”. Questo tipo di testo mi permetterà di proporne un buon numero in poco tempo. I testi verranno esposti bene in vista sulla cattedra per attirare l'attenzione e suscitare curiosità.

Ecco gli albi illustrati che proporrò:

  • A spasso col mostro – Julia Donaldson
  • Il cavallo magico di Han Gan – Chen Jiang Hong
  • E' un libro – Lane Smith
  • Pina la Mosca - Gusti
  • L’Albero – Shel Silverstein
  • Attacchino – Bruno Tognolini
  • Il brutto anatroccolo – Hans C. Andersen


La seconda fase vedrà i bambini prendere il posto dell'insegnante e diventare lettori per il resto della classe. Comincerò con i più disinvolti e rispetterò i tempi dei più timidi. Se qualcuno non si sentirà di leggere ad alta voce per i compagni, non verrà obbligato a farlo. Spesso alunni timidi sono super lettori e non voglio compromettere il piacere che provano nella lettura individuale forzandoli ad un'esperienza che talvolta può essere un po’ traumatica.

Nella terza fase proporrò la drammatizzazione de “Il brutto anatroccolo”. Visto che il racconto è ben conosciuto da tutti, mi limiterò a fissare con i bambini il numero dei personaggi necessari e a creare quindi gruppi completi di “attori” ai quali lascerò il tempo necessario per impostare autonomamente la loro rappresentazione. 

Seguirà quindi una semplice drammatizzazione svolta da ogni gruppo.



domenica 18 ottobre 2015

Alcuni modi infallibili per allevare un “non lettore”

 
 





  • Non leggete mai dove i bambini possono vedervi.

  • Mettete un televisore o un computer in ogni stanza della casa, cucina e camere da letto comprese.

  • Rimproverate il bambino ogni volta che sbaglia una parola.

  • Programmate attività extrascolastiche tutti i giorni, così che il bambino non si annoi.

  • Usate solo lampadine da quaranta WATT per le luci di casa.

  • Non rileggetegli mai lo stesso libro per nessuna ragione.

  • Proibitegli assolutamente di leggere a letto.


Le fiabe secondo Gianni Rodari


  

Un pensiero per voi




Da un Twit di Nicola Brunialti

Pennac forever!



I diritti del lettore (di Daniel Pennac, illustrato da Quentin Blake)




1. Il diritto di non leggere.

2. Il diritto di saltare le pagine.

3. Il diritto di non finire il libro.

4. Il diritto di rileggere.

5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa.

6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa).

7. Il diritto di leggere ovunque.

8. Il diritto di spizzicare.

9. Il diritto di leggere ad alta voce.

10. Il diritto di tacere.


Diritti imprescrittibili del lettore
di Daniel Pennac (dal libro “Come un romanzo”).

Inizia la scuola… Iniziamo a leggere!!!



Oggi con i miei alunni di quarta ho inaugurato il nostro bellissimo ANGOLO LETTURA, da loro progettato e realizzato, leggendo i formidabili "E’ UN LIBRO" di Lane Smith e "PINA LA MOSCA" di Gusti.

Puro divertimento per tutte le età!!! Garantito!!!






 

Crescere bambini curiosi: consigli per i genitori 





Leggere aiuta la MEMORIA!






… Nel cervello di un neonato, tra i due e i quattro mesi, vengono prodotte più di mezzo milione di nuove sinapsi ogni secondo. Le ramificazioni continuano ad intrecciarsi tra loro a una velocità strabiliante dalla nascita fino ai due anni di età. Nei due anni successivi queste ramificazioni vengono “tagliate” di circa il 50%, fenomeno dai neuroscienziati definito “potatura sinaptica” (pruning).

Che cosa significa tutto ciò? Significa che il cervello, per esigenze di economia e di maggiore efficienza, a quell’età comincia a fare già una prima e più importante pulizia: elimina cioè i circuiti neurali che sono stati poco utilizzati. Avviene una vera e propria potatura, il cui scopo principale è quello di potenziare i circuiti neurali che il bambino ha maggiormente utilizzato ed eliminare quelli che il cervello ha reputato inutili, perché poco utilizzati.

Se, ad esempio, durante i primi due anni di vita sono state sviluppate delle abilità passando molto tempo davanti ai giochi degli I-pad e trascorrendone poco ad ascoltare le favole dalla voce del papà o della mamma, i circuiti neurali destinati ad “accogliere” le favole verranno “potati”, potenziando in tal modo quelli allenati all’uso costante dei giochi informatici. A buon intenditor poche parole…

Luigi Gallimberti, C’era una volta un bambino… Le basi neuroscientifiche del buon senso, Book Editore, 2014




8 aspetti curiosi sullo sviluppo dei bambini





I bambini sono stupefacenti, forse più di quanto ci aspettiamo. Chi ha appena dato il benvenuto a un neonato potrebbe essere molto stupito da alcuni aspetti curiosi sul suo sviluppo.

1. Per prima cosa immagina questo: se il suo corpo crescesse allo stesso ritmo del suo cervello, dopo un anno di vita peserebbe già 77 chili.

2. Il 60% dell’energia che spende è concentrata nel cervello.

3. Se gli parlerai frequentemente all’età di 2 anni saprà circa 300 parole in più rispetto ai coetanei a cui i genitori parlano più raramente.

4. All’età di 1 anno, le sue prime paroline si potranno contare sulle dita di una mano, ma sarà già in grado di capirne già circa 70. A 18 mesi, il linguaggio del tuo bambino comincerà a esplodere, raggiungendo lo stupefacente tasso di una parola ogni 2 ore di veglia. Mica male!

5. Quando il tuo piccolo urlerà “E’ mio!” aggrappandosi alla sua macchinina in un gruppo di gioco, non significa un rifiuto egoistico di condividere. Dichiarare “è mio” è il suo modo per dirti che capisce che tu e gli altri bambini sono “altro” rispetto a lui.

6. Se lo farai cantare, ascoltare e suonare, aiuterai il suo senso dell’orientamento e lo sviluppo del pensiero matematico.

7. Quando avrà raggiunto l’età di 4 anni ti porrà 437 domande al giorno!

8. Fino all’età di 6 o 7 mesi, può respirare e deglutire contemporaneamente.
… So che ci hai appena provato anche tu.

Cosa è per te la LETTURA?



Ecco le idee sulla lettura espresse da un gruppo di giovani lettori!

Chiara, anni 13: per me leggere è viaggiare, immaginare… Leggere mi fa diventare sognatrice, una sognatrice che vuole essere un’attrice e recitare nella storia di un libro letto.
Leggere mi fa viaggiare perché esploro tanti posti e conosco diverse culture. Leggere mi fa scoprire realtà diverse, mi fa visitare mondi e conoscere storie parallele alla mia. Mi fa capire che oltre la realtà c’è qualcosa di più: la fantasia.

Viola, 13 anni: per me leggere è imparare, apprezzare, scoprire nuove cose ed espressioni, trovare rifugi sicuri nella mia mente. Leggere mi aiuta a meditare sulle cose che mi accadono nella vita.

Alessia, 13 anni: per me leggere è entrare in un nuovo mondo, in una nuova realtà: quella del libro. E’ vivere tutto quello che vive il protagonista, è sentirmi praticamente al suo fianco.
Leggere è scoprire nuove cose che permettono alla mia mente di aprirsi a nuovi mondi, di vivere nuove esperienze e provare nuove emozioni. Leggere è voglia di conoscere, leggere è curiosità, leggere è voglia di scoprire.

Pietro, 13 anni: un simpatico passatempo che amplia la mia cultura.

Margherita, 12 anni: è imparare più velocemente.

Alessio, 13 anni: è un mondo immaginario dove mi posso esprimere senza che nessuno mi contraddica; grazie alla lettura riesco ad ampliare il mio linguaggio e la mia cultura molto facilmente.

Michela, 9 anni: per me leggere è vivere nuove emozioni e scoprire nuove realtà.

Caterina, 13 anni: per me leggere è imparare nuove cose e, come ha detto Viola, nuovi vocaboli. Leggere trasmette molte emozioni; ma la cosa più bella è che, mentre leggi, entri a far parte della storia e quindi ti incuriosisce ancora di più.

Aspetto le idee di altri appassionati lettori e di tutti coloro che vogliono partecipare… GRAZIE!

sabato 17 ottobre 2015

Crescere un bambino bilingue: è possibile?


  
“Parla sia italiano che inglese? Questo non lo confonde terribilmente?” E' meglio abituarsi da subito a questo genere di domande. Ve lo chiederà il barista sotto casa, vostra suocera, i vicini di casa e anche gli sconosciuti per la strada.
Essere innovativi solleva sempre un po’ di polverone, ma il modo migliore per avere a che fare con i consigli non desiderati è conoscere i fatti direttamente.

Christina Bosemark, fondatrice della Multilingual Children’s Association, co-fondatrice della Scuola di immersione Scandinava a San Francisco, ci racconta i miti più persistenti su cui si è scontrata crescendo due figlie che oggi sono perfettamente trilingui.

“Tuo figlio si confonderà imparando più di una lingua.”

Dormite tranquilli, perché il piccolo cervello del vostro bambino ha un numero più che sufficiente di neuroni accesi per far fronte a due lingue (o anche di più), senza esaurirsi. Al contrario, innumerevoli studi dimostrano in realtà significativi vantaggi nell’essere multilingue. E che dire dell’esperienza di milioni di famiglie del mondo dove il multilinguismo è la norma, non l’eccezione?   Guardate il Canada, il Belgio, la Svizzera e la Finlandia, solo per citarne alcuni.

“Potrei capire due lingue, forse, ma di più è troppo”

Considerando quanto i neonati debbano imparare nei loro primi anni di vita, un’altra lingua davvero non aggiunge granché al carico. Finché il bambino riceve regolari interazioni nella seconda (o terza) lingua, non ci saranno problemi. C’è una ragione: un bambino di due anni ha il 50% di sinapsi in più rispetto a un adulto! E poi, anche se vostro figlio alla fine non parlerà tutte le lingue, non sottovalutate il potere di una lingua passiva, cioè la capacità di capire una lingua senza ancora parlarla. Quando già capisci una lingua è mille volte più semplice impararla più tardi a scuola o da adulto, rispetto a qualcuno che non l’ha mai ascoltata prima. Quindi, anche arrivare “solo” a capire un’altra lingua non è di certo fatica sprecata.

“Il tuo bambino mischierà tutte queste lingue”

E’ vero che qualche mescolanza si verificherà, ma sarà innocua e temporanea.   Quanti bambini monolingua aggiustano automaticamente gli errori? Ad esempio, i bambini a volte dicono cose come “Me voglio”, quando intendono dire “Io voglio”. Quanti di loro dicono ancora “Me voglio” a cinque anni? I bambini multilingue imparano l’uso corretto nello stesso modo degli altri bambini. Se evitate di mescolare le lingue nelle vostre stesse conversazioni, sarà molto più semplice per vostro figlio separare i due linguaggi.

“Perché dovresti occupartene proprio tu? Potrà sempre imparare più tardi, con altri esperti.”

Per tutti quelli che pensano che è un enorme peso intellettuale per il vostro bambino crescere con più lingue, ci saranno quelli che vi diranno quanto è facile.  “Ti basta andare a un gruppo di gioco spagnolo una volta alla settimana, non c’è bisogno di sforzarsi a parlare spagnolo in casa.” Molto poco realistico. Gli studi indicano che i bambini hanno bisogno di essere esposti alla seconda lingua quotidianamente per poterla comprendere. Per diventare bilingui attivi il tempo necessario ottimale di è circa un terzo delle loro ore di veglia.

Imparare una seconda lingua è semplice per i bambini, ma all’inizio avranno bisogno di sentire una parola mille volte prima che si fissi nella memoria (a meno che non sia una parolaccia, miracolosamente quelle si ricordano dopo averle sentite una volta sola…).

Infine, se il vostro interlocutore insiste, potete sempre chiedere se ritiene che l’intelligenza di Einstein abbia sofferto a svilupparsi con il tedesco e l’italiano insieme. E non cominciò a parlare fino all’età di tre anni ma, evidentemente, pare che abbia recuperato il tempo perduto!